7mln ottenuti con Resto al Sud, pronti per Resto al Sud 2.0
Resto al Sud
Nel corso degli anni, Studio Sangregorio ha assunto un ruolo centrale nell’assistenza alle imprese che hanno beneficiato di Resto al Sud, guidando con successo oltre 80 pratiche, per un totale di 7 milioni di euro in agevolazioni. Grazie alla nostra esperienza, abbiamo aiutato imprenditori di diversi settori ad ottenere i fondi necessari per avviare e sviluppare le loro attività, contribuendo così al rilancio dell’economia locale.
Cos’è Resto al Sud 2.0?
Resto al Sud 2.0 rappresenta l’evoluzione di un’importante misura di sostegno per chi desidera avviare o potenziare attività imprenditoriali nel Sud Italia. L’obiettivo rimane quello di incentivare la crescita economica e l’occupazione nelle regioni del Mezzogiorno, con alcune novità che mirano a rendere il processo più snello ed accessibile. A differenza della versione precedente, Resto al Sud 2.0 introduce modifiche alle condizioni di adesione, pur mantenendo il focus su agevolazioni finanziarie rivolte ai giovani imprenditori, con un’apertura anche a nuove categorie e con una maggiore flessibilità per i settori di intervento.
Il Decreto Coesione, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.107 del 7 maggio 2024 (DL n. 60/2024), ha introdotto nuove agevolazioni per sostenere l’occupazione giovanile, femminile e l’autoimprenditorialità. In particolare, l’art. 18 del Decreto, in vigore dall’8 maggio 2024, ha istituito la misura Resto al Sud 2.0, rivolta a imprese e professionisti situati nel Mezzogiorno.
Questa iniziativa finanzia attività economiche finalizzate all’avvio di imprese, lavoro autonomo e libere professioni, sia in forma individuale che collettiva. Le attività ammissibili includono anche quelle che richiedono l’iscrizione ad ordini o collegi professionali.
Cosa si può fare con Resto al Sud 2.0?
Sono ammissibili al finanziamento le seguenti attività:
- Servizi di formazione e accompagnamento: Supporto alla progettazione preliminare per l’avvio delle attività, in collaborazione con le Regioni e in linea con il Programma nazionale giovani, donne e lavoro 2021-2027 e il Programma GOL.
- Tutoraggio: Attività volte a incrementare le competenze dei beneficiari, fornendo supporto nelle fasi di realizzazione del progetto imprenditoriale.
- Incentivi per investimenti: Concessione di aiuti per l’avvio delle attività economiche.
Chi può beneficiare di Resto al Sud 2.0?
I destinatari dell’intervento, come indicato al comma 3 del decreto, sono giovani di età inferiore ai 35 anni che rientrano in una delle seguenti categorie:
- Persone in condizioni di marginalità, vulnerabilità sociale o discriminazione, secondo le definizioni del Piano nazionale giovani, donne e lavoro 2021-2027.
- Inoccupati, inattivi o disoccupati.
- Disoccupati coinvolti nel programma di politica attiva del lavoro Garanzia di occupabilità dei lavoratori (GOL).
Le iniziative possono essere avviate in forma individuale, con l’apertura della partita IVA per imprese individuali o attività libero-professionali, oppure in forma collettiva, costituendo società di persone, SRL, cooperative o società tra professionisti. Anche soggetti diversi da quelli indicati al comma 3 possono partecipare alle società collettive, purché il controllo rimanga nelle mani dei beneficiari della misura.
Qual è la misura del contributo?
Gli incentivi previsti da Resto al Sud 2.0 seguono il regolamento (UE) 2023/2831 sugli aiuti de minimis e consistono in:
- Voucher per l’avvio delle attività: Fino a 40.000 euro per l’acquisto di beni, strumenti e servizi nelle regioni del Mezzogiorno e nei territori colpiti dai terremoti del 2009 e 2016. Se i beni sono innovativi, tecnologici, digitali o destinati a migliorare la sostenibilità ambientale, il voucher può raggiungere i 50.000 euro.
- Contributo a fondo perduto fino al 75%: Per programmi di spesa fino a 120.000 euro destinati all’avvio di attività nelle aree del Mezzogiorno e nelle regioni centrali colpite dagli eventi sismici.
- Contributo a fondo perduto fino al 70%: Per programmi di spesa superiori a 120.000 euro e fino a 200.000 euro, sempre per l’avvio di attività nelle aree indicate.
Le misure previste per Resto al Sud 2.0 dispongono di un limite di spesa di 49,5 milioni di euro per il 2024 e di 445,5 milioni di euro per il 2025.