Bando MiMIT – Transizione 4.0 per PMI

Bando MiMIT – Transizione 4.0 per PMI

Panoramica generale

Il decreto attuativo della misura – firmato il 15 maggio dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso – prevede lo stanziamento di 400 milioni di euro derivanti dal Programma Nazionale “Ricerca, Innovazione e Competitività per la transizione verde e digitale 2021-2027” (PN RIC 2021-2027). Con questi fondi, sottolinea il ministro Adolfo Urso, «intendiamo sostenere gli investimenti, realizzati dalle piccole e medie imprese del Mezzogiorno, per progetti innovativi in grado di assicurare una crescita sostenibile e un più forte risparmio energetico. Temi sempre più urgenti anche alla luce del raggiungimento di obiettivi climatici e ambientali non più rinviabili».

Obiettivo della misura

Il bando è stato istituito al fine di rafforzare la crescita sostenibile e la competitività delle PMI dei territori delle regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna). Obiettivo della misura è sostenere il processo di transizione delle piccole e medie imprese, mediante l’incentivazione di investimenti imprenditoriali innovativi, che facciano ampio ricorso alle tecnologie digitali, secondo il Piano Transizione 4.0.

Soggetti beneficiari e requisiti di ammissibilità

Le imprese coinvolte nel nuovo bando del MiMIT (in attesa di pubblicazione) sono le piccole e medie imprese manifatturiere e dei servizi, ubicate nelle Regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna). Le imprese che aspirano agli incentivi dovranno presentare progetti innovativi che prevedano l’utilizzo di tecnologie 4.0 (ad esempio cloud, realtà virtuale o intelligenza artificiale), destinati:

  • all’ampliamento della capacità produttiva;
  • alla diversificazione della produzione;
  • alla realizzazione di nuovi prodotti;
  • alla modifica del processo di produzione già esistente o alla realizzazione di una nuova unità produttiva.

Ai fini della valutazione della finanziabilità, sono riconosciuti significativi i punteggi premiali: per i progetti aventi ad oggetto l’efficientamento energetico dell’impresa, i progetti che consentano un risparmio energetico almeno pari al 5% e i progetti finalizzati a introdurre nel processo produttivo soluzioni legate all’economia circolare.

Analoghe premialità sono altresì riconosciute per i progetti che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici individuati dall’articolo 9 del regolamento (UE) n. 2020/852 del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 giugno 2020, ovvero per le PMI che abbiano aderito ad un sistema di gestione ambientale o di efficienza energetica, o che siano in possesso di una certificazione ambientale di prodotto.

In cosa consiste l’agevolazione

Gli incentivi concessi alle PMI si presenteranno come un mix tra finanziamenti agevolati senza garanzie e contributi a fondo perduto fino al 50% in combinazione tra loro, a copertura del 75% della spesa. I progetti dovranno prevedere spese ammissibili non inferiori complessivamente a euro 750.000,00 e non superiori a euro 5.000.000,00 ed essere realizzati nelle regioni del Mezzogiorno.

L’incentivo pubblico potrà coprire fino al 75% dalle spese ritenute ammissibili con un’agevolazione articolata in un contributo e in un finanziamento agevolato, in base alla dimensione aziendale.

In particolare, il mix di aiuti si articolerà nel seguente modo:

  • le imprese di micro e piccola dimensione avranno: 50% delle spese in forma di contributo in c/impianti; 25% delle spese in forma di finanziamento agevolato;
  • le imprese di media dimensione avranno: 40% delle spese in forma di contributo in c/impianti; 35% delle spese in forma di finanziamento agevolato;

ATTENZIONE: Termini e modalità di presentazione delle domande di agevolazione verranno definiti con un futuro provvedimento del MIMIT.

Approfondimenti

In base a quanto era previsto nella precedente versione del bando, possiamo supporre che i programmi di investimento dovranno, in ogni caso, essere finalizzati allo svolgimento delle seguenti attività economiche:

attività manifatturiere (sez. C classificazione delle attività economiche Ateco 2007), ad eccezione del settore siderurgico, del carbone, della costruzione navale, delle fibre sintetiche, dei trasporti e delle relative infrastrutture, nonché della produzione, della distribuzione di energia e delle infrastrutture energetiche, secondo quanto previsto dall’art.13 del Regolamento GBER. Sono esclusi anche i programmi di investimento che non garantiscono il rispetto del principio DNSH;
servizi alle imprese (cfr allegato 4 del decreto ministeriale 10 febbraio 2022).

Si ritiene che saranno ritenute ammissibili le seguenti tipologie di spesa:

macchinari, impianti e attrezzature;
opere murarie strettamente funzionali alla realizzazione degli investimenti in nuove tecnologie, nei limiti del 40% delle spese ammissibili;
programmi informatici e licenze per l’uso di macchinari;
acquisizione di certificazioni di sistemi di gestione ambientali o di efficienza energetica EMAS, UNI EN ISO 14001, UNI CEI EN ISO 50001 e di certificazioni ambientali di prodotto regolamentate dalla norma ISO 14024 (ad es. Ecolabel) o delle etichette di tipo III regolamentate dalla norma ISO 14025 (EPD).

Per i progetti di investimento volti al miglioramento della sostenibilità energetica dell’impresa, saranno ammissibili anche le spese per servizi di consulenza diretti alla definizione della diagnosi energetica nei limiti del 3% dell’importo complessivo delle spese ammissibili, a condizione che l’effettuazione della diagnosi non costituisca un adempimento obbligatorio per l’impresa.
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