Confermata la proroga del Bonus Sud al 2022 con l’approvazione della Legge di Bilancio
Recentemente è stata approvata la Carta Italiana degli aiuti a finalità regionale 2022-2027 dalla Commissione Europea che grazie anche al DDL Bilancio 2022 aggiorna la normativa per gli aiuti alle imprese su base regionale. In particolare, questo documento, prevede un nuovo aggiornamento per la normativa che regola il Bonus Sud 2022 ovvero del Credito d’imposta per investimenti in beni strumentali destinati a strutture produttive ubicate nel Mezzogiorno (L. 208/205).
Il DDL Bilancio 2022 quindi conferma la proroga del Bonus per il Mezzogiorno a tutto il 2022, proprio come era previsto dalla Legge di Bilancio 2021. Tuttavia, sebbene fosse prevista a livello normativo, la proroga del Bonus Sud al 2022 non era ancora pienamente operativa a comunicazione alla Commissione Europea della proroga del regime agevolativo riguardava solo il 2021.
Una buona notizia quindi per tutti quegli imprenditori che hanno intenzione di sfruttare questi incentivi per riqualificare la propria azienda. Una riqualificazione che sempre più spesso prevede l’installazione di impianti a fonti rinnovabili
Ma cosa prevede il nuovo Bonus Sud 2022?
Il bonus sud 2022
Abbiamo quindi precisato che, essendo stata approvata la Carta Italiana degli aiuti a finalità regionale 2022-2027 dalla Commissione Europea è stato che prorogato il Bonus Sud al 2022. Ma in cosa consiste questa agevolazione?
Sostanzialmente si tratta di una proroga al credito per gli investimenti che le imprese realizzano a decorrere:
- dal 1° gennaio 2016 fino al 31 dicembre 2022, per gli investimenti effettuati nel Mezzogiorno;
- dal 7 aprile 2018 al 31 dicembre 2020, per gli investimenti effettuati nei Comuni delle Regioni Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo colpiti dagli eventi sismici succedutisi dal 24 agosto 2016;
- dalla data del DPCM istitutivo della Zona economica speciale (ZES) al 31 dicembre 2022, per gli investimenti effettuati nelle ZES (art. 5 D.L. 91/2017).
Come funziona il bonus sud per gli investimenti nel Mezzogiorno?
Il Bonus Sud è stato istituito per la prima volta dalla legge di stabilità del 2016 (L. 208/2015). Il beneficio, istituito sotto forma di credito d’imposta, può essere fruito dalle imprese che effettuano in investimenti in beni strumentali nuovi nelle regioni del Mezzogiorno.
Il bonus Sud 2022, come nelle versioni precedenti, potrà essere richiesto anche retroattivamente per gli investimenti in beni strumentali nuovi effettuati dal 1 gennaio 2016 al 31 dicembre 2022. L’agevolazione varia in base alle dimensioni aziendali pertanto possiamo individuare 3 scaglioni:
- 25% per le grandi aziende;
- 35% per le imprese di medie dimensioni;
- 45% per le piccole imprese.
Le imprese che vogliono richiedere la detrazione devono presentare l’apposita domanda attraverso il software messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate.
Una delle caratteristiche più importanti della misura è la sua retroattività. Infatti il credito d’imposta per il Mezzogiorno può essere richiesto anche per gli investimenti effettuati negli anni precedenti, sempre con le stesse aliquote che abbiamo elencato in precedenza.
Regioni ammesse e soggetti esclusi
Se il Bonus Sud 2022 si chiama così c’è un motivo. Le agevolazioni previste dalla misura sono infatti mirate alle aziende che effettuano investimenti in beni strumentali nuovi, che si trovano nelle seguenti regioni:
- Campania,
- Puglia,
- Basilicata,
- Calabria,
- Sicilia,
- Molise,
- Sardegna,
- Abruzzo.
Ma tutte le imprese che si trovano nel Mezzogiorno possono accedere a queste agevolazioni? No. Le agevolazioni infatti non spettano ai soggetti che operano nei seguenti settori:
- industria siderurgica,
- carbonifera,
- costruzione navale,
- fibre sintetiche,
- trasporti e delle relative infrastrutture,
- produzione e della distribuzione di energia e delle infrastrutture energetiche,
- creditizio,
- finanziario,
- assicurativo.
L’impresa che intende accedere al credito d’imposta deve possedere un Durc in corso di validità al momento d’invio della domanda. Inoltre, non dovrà versare in condizioni di difficoltà.
I beni agevolabili dal Bonus Sud 2022
Rientrano nelle agevolazioni i seguenti beni: impianti (anche gli impianti fotovoltaici), macchinari e attrezzatura varia. Ai fini del credito d’imposta per gli investimenti nel mezzogiorno, possono essere agevolati anche i beni acquistati tramite contratto di locazione finanziaria (restano esclusi dunque i contratti di locazione operativa).
Sono agevolabili altresì i beni costruiti in economia e i beni complessi. Ovviamente il costo delle componenti utilizzate per la loro costruzione deve prevalere su quelle usate. Pertanto restano chiusi dall’agevolazione i beni usati o ricondizionati.
Infine, merita specificare che le agevolazioni del Bonus Sud 2022 sono cumulabili a quelle previste da altre misure. Ad esempio è possibile cumulare il Bonus Sud 2022 con il credito d’imposta derivante dal Piano Industria 4.0 di cui parliamo qui.
Quando e come presentare le domande
Per presentare le domande c’è tempo fino al 31 dicembre 2022, pertanto il bene agevolabile dovrebbe essere consegnato entro tale data. Non importa però che esso entri in funzione entro questi termini, l’importante è essere in possesso della fattura di saldo.
E’ necessario utilizzare il software dell’Agenzia delle Entrate (CIM17) per presentare la domanda di richiesta del bonus sud 2022. Una volta ottenuta l’autorizzazione per la fruizione del credito, sarà possibile utilizzarlo a partire dal 5° giorno successivo, esclusivamente in compensazione.
Approfondimento per la fruizione del Credito imposta mezzogiorno
Come utilizzare il credito?
Le imprese beneficiarie possono utilizzare il credito:
solo in compensazione ai sensi dell’art. 17 D.Lgs. 9 luglio 1997 n.241;
– presentando il modello di pagamento F24 esclusivamente tramite il servizio telematico Entratel o Fisconline, pena il rifiuto dell’operazione di versamento;
– a partire dal quinto giorno successivo alla data di rilascio della ricevuta attestante la fruibilità del credito e nei limiti dell’importo maturato in relazione agli investimenti già realizzati al momento della compensazione.
Il codice tributo da utilizzare è il 6869, sezione Erario, colonna “Importi a credito compensati”.
Il campo “anno di riferimento” va valorizzato con l’anno di sostenimento dei costi, nel formato AAAA.
L’ammontare del credito utilizzato in compensazione, anche in più soluzioni, non può eccedere l’importo risultante dalla ricevuta dell’Agenzia delle Entrate, pena lo scarto del modello F24.
Il credito d’imposta in esame può essere fruito annualmente senza alcun limite quantitativo e, pertanto, per importi anche superiori al limite di 250.000 euro applicabile ai crediti d’imposta di natura agevolativa.
Regime fiscale
Il credito d’imposta deve essere indicato nella dichiarazione dei redditi (quadro RU) relativa al periodo d’imposta di maturazione del credito e nelle dichiarazioni dei redditi relative ai periodi d’imposta successivi fino a quello nel quale se ne conclude l’utilizzo.